non si possono fare due passi in avanti, mettendo in campo il Recovery fund, e tre indietro, inserendo questo genere di condizionalità, perché altrimenti si finisce con l’applicare ancora l’austerità, anzi l’austerità 2.
È chiaro però che se l’Ue mette in difficoltà l’Italia, che è un Paese non così piccolo per essere trattato in malo modo come la Grecia, ma nemmeno grande e affidabile quanto basta per essere un interlocutore interno, finisce per creare un danno a se stessa e per diventare ancora più debole rispetto alla competizione tra Cina e Usa.