Secondo il Segretario confederale della Cgil, infatti, qualunque misura di riforma pensioni che preveda l’accesso alla quiescenza “con un numero così alto di contributi, in questo caso 38 anni, automaticamente condanna tanta gente a una prospettiva previdenziale che supererà i 70 anni di età.
it, il sindacalista evidenzia che “qualunque ipotesi di uscita anticipata deve vedere un requisito contributivo che non superi i 20 anni e che vengano valorizzati previdenzialmente i periodi di lavoro discontinuo, povero, gravoso o di cura”.