A Roma sono stati consumati oltre 30mila ettari di superfice (23,54% del totale) per costruire e, nel 92% dei casi, la situazione è irreversibile.
A questo si aggiunge che nella Capitale le aree con massima pericolosità idraulica (reticolo principale e secondario, esclusi i canali di bonifica), aree di esondazione con un tempo di ritorno di 50 anni, "hanno un'estensione superiore ai 6mila ettari e nelle aree di massima pericolosità risultano consumati più di 800 ettari, di cui l’82% irreversibilmente".