Proprio come ha fatto Irene Coppola, stilista e sarta titolare di un piccolo laboratorio di moda nella città pugliese, che ha deciso di mettere a frutto il suo know-how per fronteggiare un’emergenza nell’emergenza, la scarsità di mascherine e di dispositivi di protezione individuali.
Ovviamente non è una mascherina dotata di apposito filtro, ma a difendere il lavoro della sarta Irene, sostenendo l’assoluta idoneità del tessuto e della sterilizzazione, si è schierato persino il il dottor Giuseppe Serravezza, oncologo ed ex direttore del reparto di oncologia dell’Ospedale del Sud Salento, che sui social ha spiegato che le mascherine cucite sono ancora più efficaci di quelle in commercio, sono lavabili a 90 gradi con candeggina, e quindi non hanno una durata tale da dover essere gettate via dopo qualche ora.