Cosa più grave, a mio avviso, rinuncia alla crescita con un anticipo di austerità che ha un effetto anche sul Pil del 2022, che nel Def era previsto in crescita del 4,8%, mentre ora è stimato al +4,7%.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che queste modifiche significative vanno nella direzione opposta, quella di un anticipo dell’austerità, rispetto a quella che il nostro Paese dovrebbe perseguire visto che dai recentissimi dati Ocse emerge che a fine 2022 saremo il fanalino di coda in Europa nella crescita rispetto ai livelli pre-Covid.