Le anime del capitalismo italiano esistono ancora e combattono, spesso senza guanti bianchi, e questo è un buon segno.
Anche il capitalismo personale, quello che tiene duro giorno per giorno nelle sue botteghe artigiane e nei suoi aneliti trasformatori e che tanto amiamo, ebbene, di questo dovrebbe interessarsi.
Così è per il “caso Cairo-Micciché”, dove il primo è l’editore in un guado di bilancio e di superamento delle difficoltà insite in quell’impresa da sempre irta di perigliosi passaggi che è la gestione e la proprietà de Il Corriere della Sera e il secondo è il personaggio emblematico delle operazioni di politica industriale della più grande e unica banca di sistema italica, Intesa San Paolo, ispirata sempre da quel grande banchiere e politico che è stato ed è Giovanni Bazoli e che ora è guidata da coloro che quel destino debbono rinnovare costi quel che costi, pena l’incrinamento di tutto l’ordito di legami creditizi e di bilanciamento di poteri politici e poliarchici che di fatto sostiene ciò che ancora rimane del sistema Italia, che converrà prima o poi ridefinire concettualmente.