La decisione di proclamare uno sciopero generale per i dipendenti pubblici per il rinnovo dei contratti di lavoro nel corso di un’emergenza sanitaria che, in aggiunta ai danni per la salute, ha richiesto la mobilitazione di oltre 100 miliardi di risorse pubbliche per sostenere le imprese, i redditi e i lavoratori è decisamente imbarazzante.
La richiesta di aumentare ulteriormente queste risorse, e soprattutto la volontà di sostenerla con uno sciopero della categoria, con la metà del personale che lavora in smart working dalla propria abitazione, dovrebbe essere valutata alla luce di quanto sta avvenendo sull’insieme del mondo del lavoro.