Quattro figli di un grunge minore, che mai riuscirono a unirsi ai cosiddetti Big Four, ovvero Nirvana, Pearl Jam, Alice In Chains e Soundgarden, colpevoli forse solo di non essere collegabili a quella fucina inesauribile che divenne la città di Seattle nell'immaginario collettivo, ma alla anonima Ellensburg, a Washington.
In questo modo la storia degli Screaming Trees si insinua, aguzza, nelle sinapsi del lettore come quella di una diva dotata e bizzosa, come vuol la tipologia di questo genere di artisti, sempre in bilico, con un passo nel precipizio (pare anche a causa di disturbi mentali, per la verità mai certificati in modo ufficiale) e l'altro verso l'Olimpo della musica rock.