Gli scienziati ne hanno rilevato la presenza nel tratto gastrointestinale di 121 tartarughe marine appartenenti alle specie verde (Chelonia mydas), alla tartaruga comune (Caretta caretta), alla olivacea (Lepidochelys olivacea), alle embricate (Eretmochelys imbricata) e alla tartaruga a dorso piatto (Natator depressus).
stando ai dati diffusi nel 2020 dell'agenzia scientifica del governo australiano (CSIRO, Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), almeno 80 specie diverse di animali, tra cui anche le povere tartarughine da non più di 50 cm di guscio, sono rimaste uccise in seguito all'ingestione di frammenti di plastica, che vengono scambiati per cibo.