Seguendo quindi il successo del manga di Horikoshi e sfruttando la curiosità del pubblico nipponico, Bukimi Miki imbastisce con Shy 1 una storia che si rifà in maniera evidente all’immaginario supereroistico ma lo sfrutta in maniera più personale (nel vero senso della parola visto che l’autore nella breve nota iniziale conferma di aver pensato a Shy per aiutarsi in quanto timidissimo) affrontando temi più intimi con un piglio che riporta alla mente, per costruzione della protagonista e background inziale, più il majokko che lo shonen in senso lato.