Specie per Carlo Verdone, che, conquistatosi la piena notorietà nel 1980 con Un sacco bello, adattando all’amarezza dei semitoni, frammisti all’accento romanesco, gli sketch cabarettistici perfezionati nel programma tv Non stop, continua a dividere gli spettatori tramite Si vive una volta sola.
La propensione in Si vive una volta sola agli scherzi del chirurgo capitolino incarnato da Verdone con l’anima scissa in due (la goliardia da una parte e la mestizia dall’altra) trae linfa, sia pure sotto sotto, dal Sassaroli di Adolfo Celi.