Già nel titolo Sicilian Ghost Story sottolinea un approccio estraneo alle tipiche produzioni di genere sui crimini compiuti dalla malavita nostrana e nell'adattare il racconto Un cavaliere bianco - scritto da Marco Mancassola - procede su una strada più affine al cinema fantastico.
I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, già autori dell'acclamato Salvo (2013), optano per una regia evocativa che ambisce in certi frangenti allo stile di Tarkovskij, con lunghe inquadrature in piano-sequenza che ruotano su loro stesse e una pregnante attenzione al contesto ambientale e naturalistico, vero e proprio elemento centrale della vicenda e al centro di scelte simboliche e metaforiche.