A ben riflettere, considerato che le società private che assegnano i rating di affidabilità creano una penalizzazione sui tassi di interesse, gli acquisti di titoli di Stato italiani da parte della Banca d’Italia hanno consentito di far beneficiare alla Banca d’Italia stessa, e quindi alla quota parte della Bce (il famoso 8% gratuitamente attribuito per dare una semplice autorizzazione), di un differenziale di rendimento di tutto rispetto, atteso che i titoli di Stato italiani nel bilancio della nostra banca centrale hanno raggiunto a fine 2018 la cifra di 320 miliardi di euro, quindi 28 miliardi rappresentano la quota aggiuntiva della banca di Francoforte che solo di spread ottiene dal nostro governo 700 milioni di euro.