Unite al tutto l’inflazione che, obbligatoriamente, costringerà anche la Bce a una seria ancorché tardiva riflessione sulla possibilità indolore di una prosecuzione del Pepp dopo il 31 marzo prossimo, shakerate bene ed ecco che se per caso davvero Jens Weidmann optasse per una mossa del cavallo al suo ultimo board il 15-16 dicembre, la fine dell’anno potrebbe davvero riservare dei botti.