Più precisamente del conflitto in Nagorno Karabakh, soltanto formalmente fermato da una tregua sottile come la carta velina.
Di fatto, al fine di poter garantire l’affiliazione di Georgia e Moldavia alla Nato, era infatti necessario che i due Stati recuperassero controllo e sovranità sui territori “ribelli”, agenda in cui si inquadra il breve conflitto fra Georgia e Ossetia nel 2008, placato sul nascere proprio dall’intervento militare russo ma fatto esplodere ad hoc per riuscire nell’intento di cooptare Tbilisi sotto la coperta dell’espansionismo ad Est.