Dietro il caso GameStop, insomma, c’è altro.
Per settimane è stato il Majakovsky di GameStop, fino al momento di gloria della scorsa settimana, quando il suo conto titoli parlava di una sfavillante posizione da 48 milioni di dollari fra titoli della catena retail di videogiochi e cash (34 milioni su GameStop).
Peccato che dal picco, già il 1 febbraio la posizione su GameStop segnasse un poco gradevole 22 milioni e il giorno seguente, il 2 febbraio che verrà ricordato come la fine del sogno, quel controvalore è ulteriormente sceso a 8,4 milioni.