Premiatissimo, ed elogiato ben oltre gli effettivi meriti, con Perfetti sconosciuti – in grado d’invertire la tendenza per cui sono le imprese di produzione nostrane a realizzare i remake dei film internazionali di grande successo, americani ed europei per lo più, non certo africani, brasiliani, argentini o messicani benché bellissimi, ma privi dell’appeal necessario a raccogliere presso il box office la fidelizzazione creata dalla struttura narrativa e dai personaggi avvezzi ai colpi di gomito – il regista capitolino Paolo Genovese riesce ora in Supereroi ad anteporre l’urgenza espressiva dell’autorialità ai segni d’ammicco delle strategie commerciali?