E allora, «in un sistema di narrazioni e rappresentazioni edificato a somiglianza di persone normalmente abili, come ci si accorge di ciò che manca?
La studiosa e curatrice, formatasi alla Sapienza Università di Roma, si propone qui di costruire un apparato di osservazione della presenza delle disabilità nella scena delle arti performative, mettendo a punto una metodologia peculiare.