Nel primo “non c’è quasi nulla, il cielo si attacca alla terra, come se ciò che interessa a Morlotti fosse toccare il grembo del paesaggio, con tutta la malinconia non solo dell’ora ma del momento storico.
Per avere un’idea della critica di Testori rimandiamo alle sue pagine, che uniscono al valore esegetico un’intensa bellezza poetica.