Accusato dai detrattori di battere sempre sullo stesso chiodo, servendosi dell’eccentricità della forma per approfondire i contenuti prediletti – dalla seconda chance concessa alle anime disilluse dal vagheggiamento dell’avventura al rito funebre alieno all’arida retorica – adattando gli attori in carne ed ossa all’effige dei cartoon, celebrato dai fan tipo un guru, intento ad anteporre i frammenti poetici garantiti dall’arguzia al poeticismo degli autori stucchevoli, l’alacre regista statunitense Wes Anderson dimostra con l’ultima fatica dal titolo traboccante – The French dispatch of the liberty, Kansas evening sun – di non aver certo perso il vizio.