Vi è il rischio che se non vengono dettate regole molto chiare per il “chi fa che cosa”, navigator da un lato e tutor del soggetto che cura l’assegno di ricollocazione si pestino i piedi, creando confusione a se stessi, al beneficiario del reddito di cittadinanza ed al sistema.
I problemi operativi evidenziati sopra sarebbero davvero interessanti se nel decreto sul reddito di cittadinanza non vi fosse scritto, all’articolo 9, comma 6, che il finanziamento dell’assegno di ricollocazione si appoggia sul Fondo per le politiche attive per il lavoro, specificando che l’ANPAL sospende l’erogazione di nuovi assegni quando si manifesti un rischio anche prospettico di esaurimento delle risorse.