Ed è I villeggianti solo l’ultima puntata, a oggi, dell’autofiction in cinema – lei la chiama “biographie imaginaire” per dire come vi immetta pezzi di sé però fortemente narrativizzandoli e sottilmente mascherandoli in un gioco freudiano di spostamento – che Valeria Bruni Tedeschi ha cominciato già nel 2003 con È più facile per un cammello…, proseguita con Attrici e Un castello in Italia, approdata qui, a questo film.