Facebook ha confermato l'esistenza di una grave vulnerabilità di sicurezza WhatsApp:
Non è quindi la prima volta che bug di tipo buffer overflow vengono sfruttati come grimaldello per eseguire codice sui dispositivi degli utenti usando proprio WhatsApp quale "ponte".
In primavera l'ideatore dell'app rivale Telegram, Pavel Durov, aveva sparato a zero affermando - tra le altre cose - che incidenti come questi si verificano perché WhatsApp non è un'applicazione opensource ed anzi gli sviluppatori offuscano il codice per renderne più difficoltosa l'analisi: