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21/11/2021 12:16 -
Era il 1985 e Federico Fellini non ignorava nessuna di queste pericolose trasformazioni, lui, il regista dell'immagine poetica, sognante, che non avrebbe mai scambiato la finzione del cinema con quella mistificazione diffusa, l'artista che proprio in quel momento ebbe bisogna della propria autobiografia dell'invecchiamento, celata nei corpi, nelle parole di due anziani ballerini del tempo precedente, chiamati su un palco che li avrebbe ridicolizzati a interpretare per l'ultima volta il loro ballo e, insieme ad esso, il loro passo finale all'arte, alla vita, alla società per come l'avevano conosciuta.