L'indagine del WSJ, durata diversi mesi, ha analizzato centinaia di interazioni con il chatbot ufficiale Meta AI e con chatbot creati dagli utenti disponibili sulle piattaforme del colosso tecnologico.
La possibilità che chatbot, anche se in una minima percentuale di casi, possano essere indotti a generare contenuti inappropriati e dannosi per i più giovani impone una riflessione seria sulle responsabilità delle aziende tecnologiche e sulla necessità di implementare controlli più stringenti ed efficaci.