Anzitutto perché non arrivano dall’esponente di un partito rivoluzionario marxista, ma dal capo economista di una delle organizzazioni internazionali più importanti, l’Ocse, che nello scorso decennio ha sostenuto la necessità che i Paesi assicurassero stabilità tramite politiche fiscali restrittive piuttosto che espansive.
Se ci pensiamo bene, proprio nel 2010 e 2011, anni da lei esplicitamente citati, in Europa, mentre stavano cominciando a sparire gli effetti della crisi, si mise a punto il Fiscal compact e si cominciarono ad attuare politiche fiscali restrittive che hanno poi dato origine a una crisi che è stata più duratura.