Forse però il teatro di oggi che a Franceschi non piace più è anche il teatro di Simone Corso e Nicoletta Robello, un teatro della protesta e della denuncia, un teatro immerso nel presente fino al collo, che talvolta fatica a divincolarsi ma il cui sforzo ci sembra necessario.
E insieme a lui, ci dice Franceschi dall’alto di una carriera mirabile e romanzesca, anche il teatro, il suo teatro, sta scomparendo.