Il coro cantato dagli ebrei prigionieri in Babilonia fa significativamente da entrée a una richiesta di liberazione evocata a gran voce dal Papa, la liberazione dal "contrabbando" e dalle "esportazioni illegali", da una "deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi", da un degrado incipiente, ammonisce Francesco, che "compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune".