nella seconda metà del 2021 il tasso fisso (che rappresenta circa il 90% dei contratti) ha rialzato la testa, salendo da poco più dell’1% di agosto all’1,20% di gennaio, complice la ripresa dell’economia e il galoppare dell’inflazione, spauracchio da tenere ben presente per chi voglia invece optare per il variabile, per ora fermo, in media, a 0,76% come a fine 2021.