Il buono di questo film sta anche nel non tacere di fronte al familismo di Aida che non esita a sfruttare la propria posizione privilegiata di interprete per far ottenere ai suoi un salvacondotto che agli altri di Srebrenica non verrà mai concesso.
Già altri registi hanno ripercorso quegli eventi e denunciato, ma nessuno, mi pare, come Jasmila Žbanić, che in Quo Vadis, Aida?