Ha’Berech (Ahed’s Knee) di Nadav Lapid.
Male accolto da un pubblico che non vuole pensieri, da una platea di critici che adorano farsi confermare nei loro giudizi e pregiudizi e rigettano ogni film troppo denso di interrogativi e avaro di risposte, troppo complesso e stratificato, urtante e urticante, sgradevole, straziato e disperato come questo dell’israeliano Nadav Lapid, già Orso d’oro a Berlino un paio di anni fa con uno dei vertici del cinema degli anni Dieci, Synonymes (apprezzato molto in Francia, ignorato in Italia: