The Substance, opera seconda di Coralie Fargeat che segna il ritorno di Demi Moore è, in effetti, «un body horror dal finale molto splatter con fiotti di sangue che arrivano a travolgere l’obiettivo».
Fargeat si dice convinta che il suo film, un’opera femminista adatta a un festival che ha messo in primo piano il Me Too, attraverso tocchi horror «innovativi e eccessivi», sia «un veicolo perfetto per esprimere la violenza che la questione della rappresentazione femminile porta con sé».