Genet e Teatro Rebis affrontano questo tema tradizionale usando il teatro come un paradossale canto di amore verso gli emarginati, il canto della solitudine che essi affrontano e che li porta a commettere atti feroci verso coloro che avrebbero in realtà voluto accarezzare con tenerezza:
da un lato, il dramma di Genet messo in scena dai burattini di Patrizio Dall’Argine e del suo Teatro Medico Ipnotico, che agiscono nella baracca posta al centro del palcoscenico, e dall’altro la recitazione dei frammenti dei fatti di Macerata ad opera degli attori della compagnia di Teatro Rebis.