Julio Cortázar, scrittore argentino-francese che il secolo l’ha griffato di racconti poesie e saggi critici, è della seconda categoria, poiché portatore di quella sindrome profondamente sintomatica che fu la scrittura del fantastico, lungo linee asimmetriche di un tipo di racconto cui non abbiamo potuto dedicare se non la consolatoria, per noi, etichetta di “sperimentale”.