Tuttavia, dai resoconto finanziari raccolti da ASGI, con il supporto della Cooperazione italiana e attraverso la collaborazione di organizzazioni libiche locali, sono state ampliate le strutture esistenti, contribuendo a finanziare l'illegittima detenzione di persone in condizioni inumane.
Non solo progetti partiti a fine 2017 a sostegno di donne e bambini detenuti arbitrariamente a Tripoli nel Centro di Tarek al Matar - ora chiuso a causa del conflitto - il bando dell'AICS, l'Agenzia per la Cooperazione italiana - appunto - ha aperto le porte alle Ong italiane ad altri centri di detenzione a Zawya, Khoms e Tajoura le cui condizioni critiche sono segnalate nello stesso bando di AICS.