Come quegli illustri predecessori Alice Munro ha saputo trovare la misura aurea del racconto, ma lo ha fatto in un modo originale, che, come succede a tutti i grandi scrittori, assorbe le lezioni dei maestri per attivare una personale visione del mondo e della scrittura.
Quel mondo minimo, raccontato con una delicatezza disillusa ma mai cinica, è stato il terreno della caccia letteraria della scrittrice, morta lunedì 12 maggio a 92 anni, regina di un genere, il racconto, poco frequentato e poco promosso da quella stessa editoria che le ha appiccicato la facile etichetta di Cechov (altre volte di Maupassant) canadese.