La strage del 2-3 settembre 1792, quando circa 1500 prigionieri, nobili e avversari della rivoluzione, vennero massacrati dalla folla e fra questi anche Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe, disgustò Olympe tanto da farla intervenire con scritti e manifesti contro Marat, uno dei firmatari del massacro che definì “l’aborto dell’umanità”, e Robespierre che definì invece “l’obbrobrio e la dissacrazione della rivoluzione” per le sue mire dittatoriali.