Per il potere rilassante che dona la coltivazione della terra secondo uno studio condotto dall’osservatorio Nomisma Per preservare o salvare aree urbane che resterebbero incolte o destinate all’abbandono o degrado rendendole utili per la popolazione Per il ritorno economico generato dall’autoconsumo di ciò che viene prodotto, dalla vendita o scambio di tali alimenti che diversamente dovrebbero essere acquistati Per il beneficio ambientale dato dalla migliore qualità dell’aria e della vita che genera la coltivazione di questi orti Per la possibilità di ottenere prodotti km zero Per lo stile architettonico ed estetico che regala alle città attraverso la creazione di roof gardens, giardini verticali o semplici orticelli Per il carattere sociale di quest’hobby che permette di instaurare relazioni sociali con il vicinato o con “l’amico di zappa” A Londra i community gardens vengono lanciati nel 2012 in vista delle Olimpiadi per valorizzare lo stile architettonico della città e nel contempo mettere a disposizione spazi comunitari per coltivare assieme al vicinato o in piccoli gruppi, producendo cibo a km zero e senza pesticidi.