Edizione, questa, incentrata sul tema della censura ( e su tutti i corollari, esortativi compresi, che ne derivano) che, nello spettacolo della compagnia diretta da Francesca Macrì e Andrea Trapani, si esplicita nel chiaro riferimento al romanzo di Vladimir Nabokov, Lolita, le cui vicende censorie sono note forse al pari delle vicende narrate.
Totalmente ambientata in un campo da tennis, la regia di Francesca Macrì isola le funzioni di Humbert (qui interpretato da Francesco Villano, misuratissimo nel gestire viscidezza e supplica genuina), di Lolita ( Gaia Masciale energica, leggera e spietata, col gonnellino e , fortunatamente solo per poco, gli iconici occhiali a cuore) e dell’ambiguo Quilty (Trapani stesso, che rende umano un personaggio altrimenti di contorno);