nel primo bimestre di quest'anno, le vendite sull’online sono aumentate del 37,2% Tra le restrizioni per arginare le nuove ondate del coronavirus, che hanno spostato quote di mercato a vantaggio dell'online, e la crisi dei consumi innescata dalla pandemia, l'intero comparto del commercio al dettaglio è in grave difficoltà Secondo le stime di Confesercenti, sono circa 70mila le attività commerciali che, senza una decisa inversione di tendenza, potrebbero abbassare definitivamente le saracinesche nel corso di quest'anno Particolarmente a rischio, in questa situazione, sono soprattutto le 35mila attività collocate all'interno di centri e gallerie commerciali, che nei fine settimana restano chiusi sia in zona rossa che arancione, avverte Confesercenti Nel primo bimestre di quest'anno, rileva Confesercenti, gli acquisti presso la grande distribuzione e le piccole superfici si sono ridotti rispettivamente, del 3,8 e del 10,7%, mentre le vendite sull’online sono aumentate del 37,2% L'espansione dell’e-commerce ha avuto un'accelerazione a partire dallo scorso ottobre, quando le misure adottate per contrastare la seconda e poi la terza ondata del contagio hanno piegato verso il basso le vendite nei canali tradizionali, spiega lo studio, precisando che si tratta di un'evoluzione già osservata in occasione del primo lockdown di marzo-aprile dello scorso anno "Di fatto, le misure di restrizione, per le modalità con cui continuano a essere attuate, stanno determinando una strutturale e non governata redistribuzione delle quote di vendita verso il canale online", commenta Confesercenti I maggiori rischi sono indicati per i negozi all'interno dei centri commerciali: