Mentre il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha promesso un documento “trasparente”, minacciando dunque di riscrivere le cifre e aprire le porte formalmente alla comunque ovvia manovra correttiva che l’Europa ci chiederà per metà anno.
Il decreto che – con scelta ormai surreale – si ostina a essere intitolato alla crescita, fa crescere in realtà soltanto l’evidenza dello scollamento tra i due partiti di maggioranza.