Non stiamo parlando del Tibet (quello la democrazia cinese tanto cara a quel gigante della politica che è Conte l’ha già messa a tacere da un pezzo), ma del pezzo più importante della società, delle associazioni più significative tra tutte, cioè i sindacati, e di quelli confederali in particolare.
Tendiamo piuttosto a ritenere che i silenzi dipendano da un lato dall’oggettiva difficoltà del momento storico, ma che dall’altro essi siano in buona parte anche il frutto di una difficoltà intrinseca di elaborazione politica da parte di quelle associazioni sindacali che pur rappresentano, oggettivamente, milioni di italiani.